Sussurro alla Luna

Galleggiando sul soffio
di questa brezza,
segui la scia argento
del profumo del mare
e di dolce sognare.

Giunto alla Luna
dal manto stellato,
come all’alba
in apnea
aspetta il sole,
così troverai le mie labbra
a fior d’acqua
salate appese al filo
dell’orizzonte
tra il buio e il cielo
tra vivere ed esistere
resistere
per l’eterno tuo bacio.

Baciami

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Di quando Penelope pensava a Ulisse.
Di amore, malinconia, speranza.

“Chissà se mi leggerai
ti chiedo come stai
i tuoi occhi qui davanti
come fosse ieri, ma i giorni sono tanti.

Quanto ti penso tu lo sai
oggi come non mai
tesoro color del mare
torna presto, non ti fermare.

Baciami.”

 

Come Astolfo (dalla Luna)

Confessioni di un amore smisurato per l’Ariosto: di questo trattano i versi che seguono.

La poetica di questo emiliano d’antan mi colpì fin da prima lettura: la tecnica dello straniamento, il cambio di prospettiva, il “guardar le cose da fuori”…ciò che perseguo quotidianamente nella mia vita, da lui cantato e sublimato.

Lo spirito critico.

Questo è ciò che fa mediante il personaggio di Astolfo: osservare da lontano, con spirito critico appunto, la follia dell’uomo all’inseguimento di vane illusioni, di piccolezze e bassezze.

A voi.

“Come Astolfo

Come Astolfo sono in cerca del senno
dell’Orlando innamorato e furioso
sul satellite amato riposo
errando vuoto in attesa di un cenno.

Osservo il mio mondo
piccolo e tondo
lo vedo girare
sia terra o sia mare
ne odo i rumori
voci e sospiri
di ciò che è perduto
o forse è mai stato.

Stringo forte i miei occhi ormai stanchi
metto a fuoco passato e presente
così scorgo i sorrisi tuoi bianchi
misti a lacrime e profumo insistente.

Osservo il mio cuore
lo sento svenire
è nelle tue mani
ieri e domani
lo hai stretto e voluto
finché ne hai saputo
vivere il fiore
del suo vero amore.

Io sono Astolfo ed insieme anche Orlando
in cerca del senno sulla Luna vagando
in cerca di ciò che sulla Terra ho lasciato
per ritrovar te, la metà che ho amato.”

Incanto

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Ognuno di noi, consciamente o meno, ha un rifugio sicuro a cui volgere il pensiero ed abbandonare il cuore: che sia un luogo, una persona, un immaginario onirico o una canzone ripetuta in sottofondo.
Ecco, questo è un incantesimo: stregati, rapiti dalla magia, la nostra anima trova pace.

Incanto

Come profumo della pioggia
dopo il pianto,
così il cielo nei tuoi occhi
è mare calmo.

Immergo l’anima in un sogno futuro
dal nero eclissi emergo insicuro:
falle e crepe di un passato corrotto
mani tese al presente
rotto
poi composto da una stella
le cui guance ciliegia
guarniscono il cuore
incantesimo e chimera.

Osservo il mondo a testa in giù
e compari tu:
così ruota il firmamento,
e come arcobaleno dopo il pianto,
volgo il cuore a te,
incanto.”